Recensioni

In questa pagina gli amici audiofili inseriscono le loro recensioni su tutto quello che riguarda gli impianti audio propri e non, oltre ad altri articoli.

Transistor vs Valvolare - Quale amplificatore scegliere

di Daniela Di Pietro

Una delle diatribe sempre aperte che hanno dato vita a infiniti dibattiti tra gli appassionati del settore hi-fi e che con il passare degli anni non sembra affatto scemare ma anzi trova nuova linfa con cui alimentarsi, è la fantomatica rivalità che da sempre contraddistingue i sistemi basati su elettroniche valvolari oppure elettroniche a transistor. Inizialmente, agli antipodi dei sistemi hi-fi, tutte le amplificazioni lavoravano con progetti basati sull’utilizzo di valvole termoioniche, poi con la scoperta del transistor e le sue potenzialità intrinseche, sono nati gli amplificatori a stato solido. Come per ogni novità, inizialmente, i progetti a transistor spopolarono a tutti i livelli, dall’entry level all’hi-end, poi alcuni produttori effettuarono un mezzo passo indietro, riproponendo nella fascia di prezzo medio alta soluzioni basati ancora sulle termoioniche. Perché questo passo indietro? Quale dei due effettivamente suona meglio? Si era valutato troppo frettolosamente il nuovo arrivato? Solitamente, il valvolare è caratterizzato da maggior precisione ai bassi livelli, minor generale fatica d'ascolto, minor dinamica, specie sui bassi. Il transistor invece ha dalla sua una maggior capacità di pilotare i cari amati bassi. Sembrerebbe però trattarsi più di metodi di progettazione di circuiti diversi, il primo caratterizzato da alte impedenze, basse correnti, alte tensioni, trasformatori di uscita, bassa controreazione; il secondo da tutto il contrario: basse impedenze, alte correnti, basse tensioni, accoppiamenti diretti e un elevato tasso di controreazione. A questo punto, che gli elettroni passino attraverso il vuoto in un'ampolla o in un pezzettino di silicio non fa una gran differenza. Un’altra delle maggiori differenze tra un amplificatore valvolare e uno a transistors è che un trasformatore di uscita audio è quasi sempre necessario in un amplificatore a valvole (questo perché l’impedenza di uscita di un circuito valvolare è di gran lunga troppo alta per interfacciarsi correttamente e direttamente ad un altoparlante) . I trasformatori di uscita audio di alta qualità sono difficili da progettare, e tendono ad essere grandi, pesanti e costosi. Gli amplificatori a transistor hanno numerosi vantaggi pratici rispetto agli amplificatori valvolari: essi tendono ad essere più efficienti, più piccoli e meno fisicamente fragili, non necessitano del trasformatore e non richiedono la sostituzione periodica. Un altro fenomeno che porta l’ago della bilancia a favore degli amplificatori valvolari è l’impatto estetico che suscitano una volta allestiti in un ambiente. Se vengono rimosse le protezioni per tutelare l’utilizzatore dalle altre temperature in gioco, si porta alla luce le ampolle in tutta la loro maestosità. Una volta acceso l’amplificatore, le valvole cominciano un lento riscaldamento che oltre a portarle ad una temperatura d’esercizio idonea per farle “suonare” al meglio, produce anche un aumento della luminosità delle stesse. Si ha quindi un sistema a bassa illuminazione, di color ambra, un colore caldo, suadente, rilassante, coinvolgente, che sembra capace di tradurre in un immagine la tipologia di suono prodotta dallo strumento.   Questo articolo è stato scritto da Hifiprestige.it, per visitarlo puoi cliccare qui.

 

Jutland 2012

di Federico Lenzi

Dual 731Q vs Roksan Radius 5 AC

Rosignano Solvay, 4 febbriaio 2012

Carissimi amici Audiophilii,

il gelo ci stringe nella sua morsa glaciale, ogni cosa rallenta e si sospende, in attesa che torni un po' di ordinario tepore mediterraneo. Costretti in casa all'inattività ci rivolgiamo ai nostri interessi domestici; tra questi la musica audio-(auto)-riprodotta. Al momento ho in uso questi affascinanti, calorosi, dinamici, musicali, verdi-retro-illuminati-simil-valvolari-mostet Galactron MK2120 e MK2121 (integrato e finale) configurati in bi-amplificazione con il modulo BM2001. In attesa del ripristino delle LEAK 600 Sandwich, già ampiamente rimodellate con il midrange Dynaudio D5406-2A, il tweeter Visaton DTW95NG e crossover Visaton HW3/80 (con tagli a 1200hz e 6000hz), sono in azione le KEF Reference 103.2 sprovviste del loro crossover originale. Ciò significa che viaggiano in bi-amplificazione con il segnale direttamente tagliato a monte, ovvero nei Galactron: il finale MK2121 lavora con i woofer B200G mentre l'analoga sezione finale dell'integrato MK2120 invia il segnale ai tweeter T33A. Cubatura ed efficienza di queste Kef serie Reference dei primi anni '80 non sono impressionanti, tuttavia, precisione e pulizia non difettano, sicché il risultato è lusinghiero; diciamo pure accettabile.

Ebbene, in questa situazione provvisoria ho provveduto ad una comparativa, oggetto di questa missiva. Ecco a voi la sfida: il teutonico Plattenspieler DUAL 731Q, top di gamma della marca nei gloriosi anni analogici 1978-1981 al costo di $730,00USD(sito ufficiale Dual: http://dual-reference.com/tables/CS731Q.htm)o $560,00USD(vedi la scansione della pagina pubblicitaria pubblicata sul sito http://www.audiokarma.org/forums/showthread.php?t=335608)e da me acquistato a poco più di €100,00 su eBay nella primavera del 2010 vs l'indo-britannico Turntable ROKSAN Radius 5 AC dell'anno 2004 (€1.700,00 di listino all'epoca e da me acquistato nuovo per €1.300,00 nel dicembre 2004).

Entrambi hanno in comune la tipologia telaistica; sono giradischi flottanti su tre punti smorzati: a molle nel tedesco e su gomma per l'inglese; per il resto divergono in tutto. Trazione-diretta contro cinghia. Automatismi totali (che comodità!) e 4 cuscinetti di precisione per un braccio definito ULM (Ultra Low Mass, ovvero 8g. compresa la cartuccia Ortofon ULM60E dedicata di 2,5g.; il che dà una massa del solo braccio di appena 5,5g.!) con shell disaccoppiabile per il montaggio della testina; contro il rigoroso e ascetico braccio Nima: unipivot con shell fisso ed una massa effettiva indicata dal costruttore di 10g.; totalmente manuale.Nel settore fonorivelatori si scontrano: la mitica giapponese Denon DL103 montata sul Roksan e la non meglio identificata danese Ortofon OM, direttamente reduce dagli anni '80, che storicamente ben si adatta al braccio ULM Dual come sopra accennato. A valle del segnale, in uscita dalle due sorgenti, lavora un pre-phono LECTOR Fonix a stato solido dalle caratteristiche interessanti: ha due circuiti distinti, uno MM e uno MC, swichabili con un'apposita levetta posta sul retro, per cui ho potuto collegare entrambi i competitors a questo ben suonante Lector Fonix. Il resto della catena è noto.

Comincio con il primo vinile: Brothers in arms, Dire Straits; ristampa in 180g.

E' lo sfidante a girare. Va, con sorpresa e soddisfazione, va bene. Decido, per puro piacere, di ascoltare tutto il primo lato senza interruzioni. Passerò il secondo lato sull'ammiraglio. La chitarra dello scozzese è ben presente, veloce e dettagliata e i piatti sono ariosi, brillanti, forse un po' sibilanti in qualche passaggio. Al giro di volta devo spostare la levetta del pre-phono su MC ed alzare il volume di qualche step (ricordo che il Galactron non ha potenziometri e gestisce tutte le funzioni via telecomando). Ecco, il suono è più asciutto e preciso, veloce e profondo ma... non è così facile come preventivamente credevo. L'altro, il Dual 731Q, è musicale perbacco e non si fa mettere in riga tanto facilmente. Capisco subito che non sarà una sfida facile.

Ritorno un paio di volte sull'uno e sull'altro con i brani della seconda facciata in cerca della risposta. Qual è il migliore? Accidenti, credevo la DL103 più musicale! Questa testina succede alla serie classica dello stesso marchio: DL110 e DL160, tutte purtroppo cadute negli anni sul campo d'onore con il cantilever spezzato da un gesto sconsiderato. Provo rammarico nel saperle ben riposte nel cassetto, nella loro confezione originale, in attesa di chissà quale futuro. Mah, insomma, con la DL103 pensavo di aver raggiunto la vetta assoluta per le mie tasche; avevo dovuto anche risolvere il problema della sua bassa uscita (solo 0,3mV) modificando la phono board del VTL 2.5 che utilizzavo all'epoca del mio interesse per le valvole e cercare poi un pre-phono MC solido all'altezza dei Galactron, e invece questo Dual con la piccola Ortofon OM è un osso duro! Ci vuole rispetto per questa musicale MM...

Decido così di andare al confronto diretto con un software sicuro. Per l'appunto ho due versioni viniliche di The Dark Side Of The Moon: un'edizione d'epoca, italiana, fine, scricchiolante ed ovviamente usurata, ed una eccellente ristampa 180g. del 2003, che celebra il trentesimo anniversario del capolavoro floydiano. Decido di dare il vantaggio allo sfidante: piazzo l'edizione migliore sul trazione-diretta ed incoraggio il britannico a fare del suo meglio con la vecchia copia. Manovro quindi i due bracci e li abbasso contemporaneamente. Comincia il battito cardiaco dei Pink Floyd, rimbomba nei 20 cm dei woofer delle piccole e legnose Kef-monitor-pneumatiche e risuona in accordo con il mio: adesso il confronto è immediato, basta spostare la levetta del Lector e correggere il volume. Beh, l'italica copia è veramente messa male: scricchiola ed è asciutta. Ciò nonostante, la definizione ed il dettaglio, difetti compresi, sono lì a testimoniare la capacità del sistema anglo-nipponico di tirar fuori tutto quanto ci sia. La ristampa nobile è invece silenziosa e maestosa. Una conferma che nessun giradischi nulla può se il programma musicale è cattivo in sé. Con la copia migliore e l'effetto presence già evidenziato dall'accoppiata germanica, unito alla armoniosa silenziosità del vinile vergine e grasso (180g.), fanno decisamente apprezzare il risultato finale sul pur blasonato concorrente che gareggia su un terreno difficile.  Ok, per il lato B della Luna invertiamo le condizioni di gara. Diamo il massimo all'ammiraglio inglese e vediamo come se la cavano i teutoni in inferiorità numerica, come in un'impropria riedizione dello storico scontro dello Jutland, 1916, fra le due flotte navali nemiche. Allora entrambe rivendicarono e celebrarono la vittoria. Come fu possibile? Gli inglesi ebbero maggiori perdite, il tiro tedesco era preciso e fu micidiale; i britannici però mantennero la superiorità numerica e misero in rotta la flotta germanica che da allora non tentò più alcuna uscita significativa. Della serie: come vincere una battaglia sul piano tattico ma perdere la guerra sul piano strategico ovvero come perdere una battaglia e vincere la guerra. Così i nostri duellanti. Perciò si ha l'impressione che la presenza medio-acuta del Duel-Ortofon riesca a gestire bene la copia d'epoca mentre il britannico con cartuccia nipponica spazia in largo e lungo rilevando ogni dettaglio come uno scanner a raggi infrarossi: la forma è così rivelata in tutti i suoi contorni mentre i colori sembrano appiattiti nella gamma degli infiniti grigi. Accidenti, non ne vengo a capo!

Penso e rifletto. A questo punto averi bisogno di due copie identiche dello stesso vinile... Ce l'ho?

Ma si, certo! Recentemente avevo trovato un vinile originale dell'album In viaggio di Fabio Concato, Italia 1992, ed. Mercury-PolyGram, a €3,00, a Firenze in una grande libreria del centro (non è uno scherzo!) e l'avevo preso per regalarlo ad un amico fraterno. Così le cerco nello scaffale, le sfodero e carico i piatti. Punto i bracci, miro il primo solco e abbasso le frizioni: fuoco! Adesso lo scontro è in perfetta parità di condizioni. Che vinca il migliore! Intanto mi accorgo che in principio non pensavo di dover arrivare a tanto. Superbamente mi sembrava una sfida scontata in partenza.

Ascoltiamo.... E' dura ragazzi! Dunque, procediamo per gamme acustiche. Negli alti la MM Ortofon-Dual-731Q si fa veramente apprezzare: piatti e charleston sono ben in risalto; la MC Denon-Roksan-Radius risponde con maggiore precisione ed estensione ma con una presenza più arretrata. Capitolo voce: ancora, con la Ortofon è ben satura, una voce matura che scende bene sui medio bassi ma che finisce per essere un po' scatolata e nasale. Ricordo che stiamo parlando di Concato, uno che di armoniche in gola ne ha da vendere. E infatti con la 103 la sua voce viene furori di autorità, profonda matura e meno costretta negli estremi; quindi risulta essere più grande anche se meno puntuale o presente al centro della scena. Ecco, a proposito di scena: in questo parametro non c'è confronto, come nell'estremo basso di gamma. Profondità e larghezza sono dell'accoppiata anglo-nipponica, i germanici rispondono con una forte musicalità che ben si abbina al sistema a due vie in uso; forse si accordano meglio della concorrenza che al contrario si sente un po' stretta e costretta.

Ecco, potremo terminare questo primo scontro così: in termini di equilibrio e di sintonia con i piccoli bookshelf vince il Dual-Ortofon, capace di tirar fuori dei medi gradevoli e significativi, anche da un sistema a due vie dove notoriamente il driver della gamma media è assente. In assoluto però la vittoria finale potrebbe andare al Roksan-Denon103, forte delle potenzialità intuite ed inespresse o comunque costrette e compresse in diffusori troppo piccoli, con una risposta in frequenza molto piatta ed estesa, senza enfasi né coloriture ed un'aturevolezza assoluta.

Attendo quindi con impazienza il ripristino delle LEAK a tre vie...